sabato 19 dicembre 2009

Dolore giudicante

Nel nostro percorso tutti noi abbiamo conosciuto la sofferenza. Indipendentemente dal grado di dolore che abbiamo vissuto si può dire che essa ci permette di crescere, ci insegna ad essere degli individui migliori, ci fa capire come la giostra della vita sia fatta di alti e bassi e che non sempre ogni evento è sotto il nostro volere. Io stesso, come tanti altri, sto imparando a conoscere quest'ultimo aspetto che è davvero essenziale per il nostro vivere. Purtroppo accade che alcuni di noi facciano del proprio passato doloroso una bandiera, un involucro esterno attraverso il quale nessuno può entrare e questa "struttura" esterna si rivela anche nel comportamento e nel modo di porsi e confrontarsi rispetto agli altri.
Perchè il dolore diventa spietato giudice?
Chi fa del dolore un metodo di giudizio verso le altre persone non è riuscito a fare proprio l'insegnamento che il provare dolore porta con sè, non è riuscito a maturare nel senso positivo ed è rimasto intrappolato nella maglia mentale del "io l'ho vissuto e tu non puoi capire". Non è sempre facile andare oltre, anzi, però chi ha provato dolore può risultare più comprensivo e gentile verso il suo prossimo, ed aiutandolo, aiuterà anche se stesso.

domenica 13 dicembre 2009

Pride

Tutti noi programmiamo il nostro futuro, sognamo il nostro avvenire coscienti del fatto che la nostra volontà non verrà mai a meno e che la fortuna potrebbe sorriderci, giusto un pizzico. Svegliandoci da questo "daydream" ci accorgiamo che la realtà circostante è ben diversa ed ogni progetto sembra nullificarsi di fronte alla serrata del reale. Ogni piccolo gesto quotidiano sembra essere messo alla gogna, uno sguardo, un bacio, il semplice camminare per la strada, tutto rimesso al giudizio di quella "normalità" strumentalizzata. Si parla tanto e si manifesta apertamente il concetto del "sono orgoglioso" e dell' "esprimi te stesso" apparendo molte volte come personaggi piuttosto che come persone.
Ma qual è il vero orgoglio?
Il camminare per strada senza la paura costante di essere picchiato, il poter andare al lavoro senza essere giudicato, il poter star bene con gli amici senza doversi mascherare, il poter vivere nella propria famiglia senza il pregiudizio nei loro occhi, il poter costruire una vita con il proprio partner senza ostacoli.

lunedì 7 dicembre 2009

Fenomeno da circo

A tanti di noi capita che, in preda ai fiumi dell'alcool quando si è in compagnia, si diventi più eloquenti, disinibiti e ci si lasci andare. Tanti di noi però possono non accorgersi che quello che viene detto nei confronti degli altri può risultare in qualche modo denigratorio e per giunta offensivo e per chi come me è molto sensibile e "oggetto" di tali discorsi, ascoltare determinate cose e non poter rispondere, per la serie "faccio l'opposto di quello che vorrei fare perchè purtroppo è la cosa giusta da fare" innesca un meccanismo secondo il quale noi diventiamo il bersaglio da centrare, su cui accanirsi. In molti contesti, forse troppi, anche senza il supporto dell'alcool si divieme vittime di tali vessazioni e ciò rende ancora più difficile il nostro percorso.
Perchè noi dobbiamo sentirici come fenomeni da circo?
L'essere sensibili è un'arma a doppio taglio, ci rende incredibilmente profondi d'animo, ma anche sucubi di sentimenti e pensieri che ci sobbarcano la mente di sensi di colpa inutili e dannosi. Forse il vero fenomeno da circo è proprio colui che punta il dito e ci fa apparire come un clown, perchè per non guardare l'aridità della propria persona preferisce trasferire la propria frustrazione sull'altro. Ma non andrà sempre così, perchè, prima o poi, i conti si dovranno saldare.

giovedì 3 dicembre 2009

Solo con te

Tanti di noi sognano di vedere la propria vita con una persona accanto. Sognamo di donare il tesoro più prezioso che a stento tratteniamo dentro di noi e allo stesso tempo ricevere l'equivalente da quella persona speciale che completerà il senso della nostra vita: Amore.
Quando ai più fortunati di noi capita di ricevere questo bellissimo regalo bisognerebbe essere grati al destino ed ogni giorno svegliarci al mattino e sorridere, piangere ed amare. A volte però può accadere che, nonostante il sentimento, si crei un profondo senso di insoddisfazione, da parte di una o dell'altra metà, e quindi si va alla ricerca di un qualcosa, o meglio di un qualcuno che possa "sistemare" e porre fine a questa mancanza interiore. Quando ciò accade le conseguenze che possono susseguirsi possono essere molteplici: dal semplice "ritorno a casa del figliol prodigo", al proseguimento con questa condotta, fino alla rivoluzione del significato di "coppia", ovvero il passaggio da una relazione tra due persone ad un interagire tra più individui.
Ma allora se per tutta la vita cerchiamo la nostra unica metà perchè non riusciamo a farcela bastare?
Dipende dal significato profondo che diamo alla nostra ricerca. Per chi ha paura della solitudine, per chi vive grazie alle adulazioni, per chi non sa capire quello che desidera e per chi semplicemente si sveglia un mattino senza più fiducia e certezza interiore è facile cedere all'insoddisfazione.
Chi invece ha la voglia radicata di innamorarsi e di mettere in gioco ogni aspetto della propria vita e di prendersi le proprie responsabilità nei confronti dell'altro, allora non conoscerà mai il significato inetto della monogamia come costrizione, ma assaporerà il vero significato di cosa significhi amare.

martedì 1 dicembre 2009

L'album del mese: Kylie Minogue

Caratteristiche tecniche

Titolo: Kylie Minogue
Artista: Kylie Minogue
Anno di pubblicazione: 1994
Produzione: Brothers in Rhythm, Pet Shop Boys, Jimmy Harry, M. People, Derry Deveux
Etichetta: Deconstruction Label

Con i grandi successi degli anni 80 ("Kylie" '88, "Enjoy yourself" '89) e la consacrazione mondiale nei primi anni 90 ("Rhythm of love" '90, "Let's get yo it" '91) la dolce Charliene di "Neighbours" (famosissima soap-opera australiana fucina di talenti tra le quali Holly Valance e Natalie Imbruglia) diventa una delle più grandi artiste femminili del pop. Classificata dai maligni come "fenomeno musicale passeggero" la "mini diva tascabile", a soli 4 anni dal primo album lancia il suo primo "Greatest hits" di grande successo trainato da 2 singoli inediti: "What kind of fool (heard all that before)" (nel cui video la Minogue omaggia il regista Stanley Kubrick interpretando il famoso personaggio di Lolita) e la cover dei Kool and the gang "Celebration".
Scoperta dal super trio di produttori più in voga alla fine degli anni 80 Stock/Aitken/Waterman, la cantante intuisce fin da subito quanto il connubbio musica-immagine sia importante nel mondo pop, ed infatti da un look "acqua e sapone" degli esordi passa ad un immagine più aggressiva e sensuale con il cambio di decennio. E di pari passo va la sua musica.
Ma come in tutte le belle storie, arriva il momento della caduta.
Nel 1993 la Minogue lascia l'etichetta Pwl ed entra nella Deconstruction Label, un'etichetta indipendente inglese che intende lasciarle libero sfogo artistico.
"Kylie Minogue" è il risultato di quasi 14 mesi di lavorazione, un'album che segna la profonda maturazione artistica della cantante, ma anche il suo declino nella scena musicale mondiale. Nell'album è palpabile il cambiamento, si intuiscono come in un sogno premonitore gli anni bui e difficili che la cantante dovrà affrontare (l'insuccesso, il suicidio dell'allora compagno Micheal Hutchence, la depressione).
Liriche profonde e drammatiche, musica rinnovata e matura tanto da risultare atipica e in anticipo sui tempi, la Minogue si avventura in un nuovo percorso vocale, dando libero impulso alla sua naturale estensione da mezzo soprano risultando credibile e gradevole, a discapito però della varietà del cantanto che risulta troppo simile nelle varie e differenti canzoni.
Nell'album vengono affrontate le svariate sfaccettature dell'amore: dai momenti totalizzanti e felici dello stare insieme, ai momenti di crisi profonda, fino anche ai momenti maliconico/riflessivi della fine di un rapporto.
Purtroppo "Kylie Minogue" non fu recepito e compreso da pubblico e critica e a livello di vendite fu davvero un mezzo fiasco, testimonianza del fatto che quasi sempre gli artisti rimangono vittime della propria stessa immagine. Quando si tenta di fare qualcosa di innovativo rispetto al precedente, il pubblico non reagisce quasi mai positivamente.
Ciò nonostante è da considerarsi a tutt'ora il miglior album della cantante australiana di tutta la sua carriera. Profondo, intenso, innovativo.
Sono da segnalare la drammaticissima "Confide in me", la ballata "Put yourself in my place", la sperimentale "Falling" e la struggente e malinconica "Where has the love gone?".