lunedì 16 novembre 2009

Just go ahead and do it

Ogni giorno della nostra vita lo viviamo immersi nell'enorme caos dato dal perfetto ordine di questo mondo. E per sopravvivere e a volte giustificare tale stile di vita ci ripetiamo che siamo noi a decidere e gestire le nostre vite. Anche il sconfinato campo delle relazioni interpersonali non si sottrae a questa legge fisiologica. Quando abbiamo un susseguirsi di delusioni e viviamo nella sindrome del "primo appuntamento senza un secondo" per incoraggiarci il nostro mantra diventa "Non importa, andiamo avanti". Una politica estremamente intelligente, ma che deve essere supportata anche da una coscienza e un'anima forte, e per certi versi stoica se così si può dire. Tanti di noi, purtroppo, non possiedono o hanno perso per strada tale capacità e quindi si ritrovano a non considerare più nient'altro se non la soddisfazione dei propri piaceri. Questo può anche essere giustificabile e comprensibile in quanto siamo esseri umani soggetti alle nostre stesse debolezze, ma non diventa più tollerabile quando tale scopo va ad invadere e disturbare la volontà altrui.
Ma allora è davvero un buon messaggio quello del "vai avanti e fallo"?
Come già detto prima dipende dall'uso che una persona vuole farne, dalla luminosità e trasparenza del proprio animo, dalla forza della propria coscienza, ma soprattutto dal rispetto del proprio prossimo.

giovedì 5 novembre 2009

L'album del mese: The Velvet Rope

Caratteristiche tecniche

Titolo: The Velvet Rope
Artista: Janet Jackson
Anno di pubblicazione: 1997
Produzione: Janet Jackson, Jimmy Jam, Terry Lewis
Etichetta: Virgin Records

Vorrei inaugurare questo piccolo angolo dedicato all'esperienza musicale con un album cardine della musica pop anni 90.
Dopo il periodo di infruttuoso anonimato sotto la severa produzione del padre ("Janet Jackson" '82, "Dream Street" '84) e il grande immediato successo ("Control" '86, "Rhythm Nations 1814" '89) la Jackson approda negli anni 90 con il suo più grande succeso di vendite ("Janet" '93) battendo per giunta il più famoso fratello Micheal.
Dopo la pubblicazione del suo primo greatest hits ("Design of a Decade 1986/1996" '95) la cantante si mise a lavorare con il solito fidato team Jam/Lewis alla sua successiva fatica discografica.
L'album nasce in un clima musicale estremamente variegato. Per il pop 3 furono le principali contaminazioni negli anni 90: la nascita, o meglio la rinascita del Latin Pop (Jennifer Lopez, Ricky Martin ecc.), l'influsso della black music (Mariah Carey post "Music Box", Puff Daddy ecc.) e l'evoluzione della musica dance con la creazione di stili e sotto stili.
La Jackson, derivante da uno stile funk, naturalmente abbracciò la black music, senza perdere di vista però quel sottile filo "disco-club" che ha sempre caratterizzato i suoi lavori.
Appena pubblicato, l'album ebbe subito un giudizio assolutamente positivo sia da parte dei fan sia da parte della critica e ancora oggi è considerato il capolavoro della cantante afro-americana.
"The Velvet Rope" è un album dall'estetica sonora perfetta, quasi maniacale, di altissimo livello tanto da superare la prova del tempo e che vuole penetrare nel profondo della psiche umana ed indagarne i contenuti più nascosti. Sound moderno, oscuro, sperimentale, tra il sofisticato e l'agrodolce che imprime alle liriche una forza dirompente. I testi sono manuali di psico-socio-antropologia inframmezzati da canzoni più leggere e allegre. La versatilità vocale della Jackson raggiunge la sua massima espressione passando da una voce roca ed atona, ad una limpida e serena, da drammatica ed implorante, a romantica e sognatrice nello spazio di un "Interlude" (sempre presenti negli album della cantante importanti tanto quanto le canzoni).
"The Velvet Rope" trascende il concetto di pop stesso, va oltre il prodotto usufruibile da tutti. Riesce a racchiudere dentro di se il senso commerciale, anima del pop, e riflessione personale profonda su cosa ci circonda, su dove stiamo andando, su cosa stiamo perdendo lungo la strada, ma soprattutto sulla nostra capacità (o incapacità) di amare liberamente. Si potrebbe considerare come il proseguimento, o il completamento di "Janet", nel quale la cantante conduce chi ascolta in un viaggio alla scoperta psico-sessuale del Se junghiano.
Io credo invece che vada oltre questo. La cantante traccia una perfetta carta topografica dei bisogni di una psiche collettiva che per quanto (non) si sforzi di evolvere è sempre intrappolata nei canoni del conformismo e del politically-correct. E questo la distoglie dalla propria stessa felicità, non le fa provare la gioia del vero amore, non la rende capace di amare incondizionatamente.
Noi sempre chiudiamo gli occhi e tappiamo le orecchie di fronte alle varie manifestazioni dell'amore sentendoci poi incredibilmente soli. L'Amore è l'unica via di uscita verso un mondo libero.
Sono da segnalare ovviamente le famosissime "Gone 'till it's gone" (nata da un campionamento di "Big yellow taxy" di Jony Mitchell), "Together again" (un'elegia allegra e rassicurante dedicata ai malati di Aids), ma anche la title-track "Velvet Rope" e la romanticissima e malinconica "Every time".
Vendite stellari, riconoscimenti a valanghe, l'album è stato inserito al 95° posto della classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi stilata da Billyboard.
Come proseguire una carriera di successo dopo aver creato la perfezione? Nell'unico modo possibile: "All for you".