domenica 8 agosto 2010

Specchio


Non pensavo fosse possibile essere così veloci nell'acquisire così tanta conoscenza per la vita
. Mi guardo indietro e vedo tanta strada percorsa da quello che prima era un semplice ragazzetto con tanti sogni ed ora è un uomo con altrettanti sogni da realizzare. Essere uomo, ai giorni nostri, è una frase stereotipata, volgarmente legata all'essere virili. No, essere uomo è ben diverso. Tante volte mi sento stretto in una insopportabile morsa, un attanagliante senso di inadeguatezza e di incompletenza che mi fa sentire inutile, di troppo, inesistente. A volte continuo a pensare che non ci sia un posto adatto a me dove poter collocarmi stabilmente. Tra modelli sempre più egoistici e consumistici di relazione sentimentale, di vita vissuta, di male banale, di interessi e controinteressi, spesso mi chiedo se tale sentimento di inadeguatezza sia invidia, invidia per una vita "piatta ma comune a tutti" oppure sia pena, pena per quelle persone che "non hanno capito nulla dalla vita".
Soffermandomi meglio in realtà capisco che non è nessuna delle due opzioni. In realtà è solo il mio amore per la vita che si manifesta a partire dal riconoscere l'altro come mio specchio. Ogni essere umano è il mio specchio. Contiene al suo interno una minuscola parte di me stesso e sommandole, tutte queste parti in relazione formano il mio io. Nell'anima di una prostituta giace un pezzo di me, negli occhi di un bambino esiste una parte di me, nelle movenze un po' stentate di un ragazzo disabile alberga una parte del mio spirito, nel bacio di due innamorati esiste un frammento di me, e così continuando all'infinito. Quello che avverto come inadeguatezza è in realtà riconoscimento, riconoscimento della mia vita nella vita altrui.
E questo mi invita a ripensare ogni cosa. Posso accettare ogni forma di azione vitale, perchè tali azioni, in un grandissimo disegno, riconducono a me e ad ogni singolo uomo ed ad ogni singola donna. L'azione è frutto di scelte. Perchè allora condannare le scelte altrui?
Accetiamoci nel nostro scegliere, nel nostro sbagliare, nel nostro essere criticati, persino nel nostro rovinare il mondo. Solo così si può ricominciare.
Apertura a se stessi e agli altri, ecco dove sono arrivato. Da un quasi bacio rubato sulla pista da ballo all'abbraccio co un ragazzo disabile, la vita ti dona la chiave di lettura del tuo essere: felicità. E la libertà guadagnata altro non è che la lingua con cui la vita è scritta.

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